giovedì 5 novembre 2009

Una fiaba ecologica per Ozawa e Pelly

È una fiaba ecologica, ed ancor più etologica, che precorre gli studi di Konrad Lorenz, in cui gli animali capiscono gli esseri umani e nella quale le vite degli uni interagiscono con i destini degli altri, la foresta e i suoi abitanti sono protagonisti quanto i personaggi del villaggio, e il finale che pure non è un lieto fine scopre anche temi sensibili come la dignità della persona anziana, la necessità di accettare la vita in tutti i suoi aspetti e l’afflato universale con la natura.
È “La piccola volpe astuta” di Leóš Janàček, opera che il compositore ceco scrisse proprio nella sua terza età – felice per un giovane amore – traendola da una famosa storia illustrata, quasi un fumetto, pubblicata a puntate da un giornale moravo, che ebbe la prima rappresentazione nel 1924 e che l’8 novembre inaugura la Stagione 2009/2010 del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
A Firenze, che pure vanta una frequente presenza di lavori di Janàček nei suoi cartelloni fin dagli anni Cinquanta, non è mai stata rappresentata, e la “prima” assume così il carattere di una autentica scoperta, tanto più che la nuova produzione, coprodotta con il Saito Kinen Festival di Matsumoto, schiera la straordinaria presenza sul podio di SEIJI OZAWA, e il debutto a Firenze del regista francese LAURENT PELLY, che firma uno spettacolo poetico, colorato e assolutamente “naturalistico”: suoi sono anche i costumi, che vestono gli interpreti proprio come adorabili animali, alla maniera quasi di un musical, mentre le scene che riproducono fedelmente lo spaccato della tana o della taverna, sono di Barbara de Limburg Stirum, le luci di Peter van Praet e la gioiosa coreografia che impegna i solisti di MaggioDanza, di Lionel Hoche.
Ozawa, che rinnova la sua prestigiosa e costante collaborazione con il Teatro del Maggio ed è noto per il suo impegno sui temi dell’ecosostenibilità, si dice “super happy” di tornare a lavorare con “i suoi amici” dell’Orchestra e del Coro del Maggio - con i quali pochi giorni fa ha realizzato il meraviglioso concerto nella Cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore che ha celebrato la chiusura al traffico di Piazza del Duomo -, e con Pelly, che incorona come “il più talentuoso regista di questo mondo e dei nostri tempi”, dichiarandogli ammirazione assoluta e autentico amore.
Ricambia il regista: “La Volpe astuta non è un’opera per bambini, ma nel modo di dirigere di Ozawa ritrovo tutta la gioia del far musica, e la scoperta incessante di effetti e suoni nuovi, che danno a lui e a noi una felicità quasi infantile. È un’opera magica, sognante, piena di humour ma segnata anche da un’infinita tenerezza, che rende onore alla natura e agli esseri che la popolano e rappresenta un inno all’eterno ciclo della vita. La nostra Volpe coraggiosa appartiene alla razza di coloro che si ritagliano da soli un ruolo e rifiutano il fatalismo. Seguendo il ritmo delle stagioni e dei giorni, questa piccola fiaba senza morale è la grande storia della vita che, qualunque cosa accada, continua”. E prosegue descrivendo il lavoro fatto con i cantanti: quelli che impersonano gli animali hanno dovuto conciliare la tecnica vocale con posture a quattro zampe, corse, costumi che comportano maschere e code, ma sono stati infinitamente disponibili e il risultato visivo è una riproduzione e osservazione quasi scientifica di sezioni di bosco o di ambienti civili e dei comportamenti di coloro che li abitano
Sterminato il cast, fra personaggio umani e creature a quattro e due zampe o volanti – ci sono anche galline, cani, rane, uccelli, libellule, mosche e uccelli -, in cui spiccano Isabel Bayrakdarian (la volpe Bystrouška), Quinn Kelsey (il guardiacaccia), Judith Christin, Dennis Petersen, Kevin Langan, Hustav Belacek, Lauren Curnow, Federico Lepre, Marcella Polidori, Tiziana Tramonti e le voci bianche dei Ragazzi Cantori della città di Firenze; sontuoso il sinfonismo dell’opera, che nella cifra stilistica peculiare di Janacek condensa rimandi a tutti i grandi orchestratori suoi contemporanei, da Debussy a Musorgskij, da Strauss a Dvorak, in cui l’orchestra è grande protagonista.
Quattro le recite: dopo la prima di domenica 8 novembre, che sarà trasmessa in diretta radiofonica da Rai Radio3, repliche l’11, il 13 e il 15 (pomeridiana); ripresa integrale con le telecamere di Rai Trade, che non ha voluto lasciarsi sfuggire l’opportunità di produrre con il Maggio un nuovo DVD di questo magnifico spettacolo meraviglioso ed imperdibile.

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