giovedì 28 marzo 2013

La Sylphide, trionfo della danza classica

Da mercoledì 3 aprile a domenica 7 aprile 2013, per 6 recite, ritorna al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino un capolavoro del grande repertorio classico della danza romantica (un vero e proprio ballet blanc), il balletto in due atti, La Sylphide, nella coreografia originale del 1836 di August Bournonville (1805-1879), su musica del danese Herman Severin Løvenskjold (1815-1870). La coreografia è stata ripresa fedelmente da Johnny Eliasen, con tutti i dettami classici e tradizionali, che rendono il titolo fra i più amati dal pubblico.
Il Corpo di Ballo MaggioDanza, diretto da Francesco Ventriglia, accompagnato dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, diretta da David Garforth, darà vita alla favola tragica ed estremamente romantica di una Silfide, ovvero una creatura alata capace di comparire in sogno.
Accanto a Letizia Giuliani e Gisela Carmona Gàlvez, che interpreteranno il ruolo principale rispettivamente nel I e II cast, MaggioDanza annuncia il debutto, nelle vesti della Sylphide, di due ballerine del proprio corpo di ballo: Federica Maine e Susanna Salvi, nel III e IV cast; allo stesso modo, ad Alessandro Riga, étoile ospite residente, si alternerà nei panni di James, il giovanissimo Michele Satriano. MaggioDanza continua a coltivare nuovi talenti e a dar loro la possibilità di debuttare nei ruoli più significativi del repertorio classico e di quello contemporaneo.
La storia è quella narrata nel romanzo di Charles Nodier, Trilby ou Le Lutin d'Argail (del 1822), cui si era già ispirato, nel 1832, Filippo Taglioni, per un balletto La Sylphide, dedicato alla figlia Maria Taglioni, su libretto di Adolphe Nourrit e musica di Jean Madeleine Schneitzhoeffer, andato in scena nel marzo di quell’anno all'Opéra National de Paris. August Bournonville volle riprendere l’esempio francese, ma con musiche del danese Herman Severin Løvenskjold ed un nuovo allestimento; di grande attualità risultano le parole di Bournonville, costretto a riadattare il balletto del suo predecessore, in quanto i costi per i diritti di riproduzione apparvero troppo elevati al Teatro Reale di Copenaghen: “Il soggetto, tratto da una ballata scozzese, fu inizialmente utilizzato da Taglioni per un balletto con musica di Schneitzhoeffer. La mancanza del materiale necessario per poter rimontare la produzione parigina de La Sylphide su un palcoscenico danese - sapendo per esperienza che un teatro più piccolo spesso ha dei vantaggi che, se ben sfruttati, compensano i difetti delle sue attrezzerie -, ha fatto sì che trattassi questo balletto in un modo estremamente originale, tanto da dare al mio lavoro quella freschezza che una copia non potrebbe mai possedere. Poiché in tutti i campi artistici un problema può essere risolto in vari modi, ho dunque creato questo balletto seguendo un’idea francese, su una musica interamente nuova di un artista danese; la danza, i movimenti mimici, la formazione dei gruppi e un certo numero di cambiamenti nel soggetto sono mie invenzioni personali. Pertanto, pur ammettendo che questa più giovane Sylphide deve la sua esistenza a quella più vecchia, affido questa nuova produzione a quella gentilezza e a quella indulgenza del pubblico che hanno costituito fino ad ora lamia felicità e la mia ricompensa".

martedì 26 marzo 2013

Il Maggio alla Scala con Mehta e la Jansen

Dopo la Symphonieorchester des Bayerischen Rundfunks diretta da Mariss Jansons, l'Orchestra del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo con Valery Gergiev, la Kremerata Baltica con Gidon Kremer, la Mahler Chamber Orchestra con Daniel Harding, la Chamber Orchestra of Europe con Vladimir Ashkenazy e la Staatskapelle Dresden con Sir Colin Davis, lunedì 15 aprile l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino sarà la prima orchestra ospite italiana nella stagione della Filarmonica della Scala. Sul podio Zubin Mehta, direttore musicale del Maggio dal 1985 e ospite frequente delle stagioni della Filarmonica della Scala dal 1990. L’orchestra fiorentina manca dal Teatro alla Scala da 18 anni, mentre  Mehta ha diretto la Filarmonica nella stagione 2009/2010. È invece un debutto al Piermarini quello della violinista olandese Janine Jansen, il cui ultimo CD, dedicato a Prokof’ev, è stato pubblicato da Decca nell’ottobre 2012.
Il programma del concerto include il preludio da Chovanščina di Musorgskij, il Concerto per violino di Čajkovskij e la Prima Sinfonia di Mahler, che Mehta esegue nella prima versione del 1893 con il movimento denominato Blumine che il compositore espunse dalle esecuzioni successive.

Pasqua con il Coro del Maggio e Dvořák

Giovedì 28 marzo 2013, ore 20.30, presso l’Auditorium Santo Stefano al Ponte di Firenze, il Coro del Maggio Musicale Fiorentino, diretto da Lorenzo Fratini, offre, in occasione del concerto di Pasqua, la rara possibilità di ascoltare il raffinato capolavoro di Antonín Dvořák (1841-1904), nella stesura iniziale per pianoforte, coro e soli: Stabat Mater, op. 58 (inizialmente op. 28), prima opera a carattere religioso, che il compositore boemo iniziò a meditare mentre era organista nella chiesa di S. Adalberto a Praga, a seguito della morte della figlia Josefa, avvenuta nell’estate del 1875.
Lo Stabat Mater venne orchestrato solo in seguito (1877), nei mesi che seguirono e videro crescere il dolore straziante di un padre per la perdita di altri due figli (la figlia Ruzen ed il primogenito Otakar).
La composizione, che venne eseguita per la prima volta a Praga soltanto il 23 dicembre del 1880, racchiude il sigillo lirico ed estremamente maestoso, proprio dello stilo di Dvořák, che descrive il dolore con arcate musicali di grande respiro. L’opera, aderente al testo di Jacopone da Todi, risente della tradizione folklorica ceca e della tensione e degli ideali romantici della musica tedesca (da Brahms a Wagner), fonti per Dvořák di ispirazione continua. I solisti Sarina Rausa (soprano), Nadia Sturlese (mezzosoprano), Carlo Messeri (tenore), Pietro Simone (basso) appartengono al Coro del Maggio Musicale Fiorentino. Al pianoforte Andrea Secchi.

giovedì 21 marzo 2013

900 bambini in scena nel mini Don Carlo

2013: un anno significativo in cui si celebrano i 200 anni dalla nascita di Giuseppe Verdi (1813-2013), e gli 80 anni dalla creazione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino (1933-2013); il Don Carlo di Giuseppe Verdi, nell’edizione italiana, aprirà la prossima edizione del festival, in forma di concerto, diretto da Zubin Mehta, con un cast internazionale: Dmitry Beloselskij, Massimo Giordano, Gabriele Viviani, Paata Burchuladze, Kristin Lewis, Ekaterina Gubanova, con l’Orchestra ed il Coro del Maggio Musicale Fiorentino (al Teatro Comunale dal 2 al 12 maggio 2013).
Al titolo inaugurale è legato, come ogni anno, il progetto all’Opera, iniziativa dedicata alle scuole, oramai accreditata fra le più originali e d’avanguardia del panorama lirico nazionale e internazionale, ideata da Daniele Bacci, della compagnia Venti Lucenti, per avvicinare, attraverso laboratori scolastici, gli allievi delle scuole primarie e secondarie di primo grado, alla tradizione del melodramma.
Regia e scrittura scenica sono di Manu Lalli con riduzione musicale e direzione affidate a Claudia Gori. Le scene (ideate da Ginevra Boni e Francesco Ghersina) sono state realizzate da Venti Lucenti (Niccolò Franchi, Cecilia Russo).
Nell’edizione per i ragazzi l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino accompagnerà Salvatore Paolo Massei (nei panni di Filippo II), Simone Mugnaini (Don Carlo), Nicolò Ayroldi (Rodrigo), Silvana Froli (Elisabetta di Valois), Kamelia Kader e Anastasia Boldyreva (La Principessa di Eboli), voci recitanti Daniele Bacci e Stefano Mascalchi.
Sei le repliche in programma: giovedì 21 marzo 2013, ore 20.30; venerdì 22 marzo, ore 10.00 (recita per le scuole), sabato 23 marzo, ore 10.00 (recita per le scuole) e ore 20.30, domenica 24 marzo, ore 16.30, lunedì 25 marzo, ore 10.00 (recita per le scuole).  Info  e prenotazioni presso la biglietteria del teatro 055.2779350 (è aperta dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 16.30, il sabato dalle 10.00 alle 13.00) e scuola@maggiofiorentino.com; www.maggiofiorentino.com.
L’iniziativa è promossa dall’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze, Ufficio Progetti educativi, con Le Chiavi della Città - progetti e percorsi educativi per le scuole (www.lechiavidellacittà.it), dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze attraverso il sito www.portaleragazzi.it e la community We:P, e dal Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Conduzione e realizzazione sono della Compagnia Venti Lucenti. Le migliaia di domande pervenute hanno reso necessario un ‘percorso alternativo’, che permette a tutti i bambini che siedono fra il pubblico di cantare ed essere parte integrante dello spettacolo, mentre 900 sono i ragazzi coinvolti in palcoscenico come attori, cantori, protagonisti della produzione, seguiti dal direttore di coro Ennio Clari.

mercoledì 13 marzo 2013

Vi piace Brahms? Allora venite al Maggio!

Giovedì 14 marzo e venerdì 15 marzo 2013, alle ore 20.30, all’interno della stagione sinfonica del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, ritorna il grande repertorio romantico in un concerto interamente dedicato all’autore tedesco Johannes Brahms (Amburgo, 7 maggio 1833 – Vienna, 3 aprile 1897), con due celebri composizioni, che richiedono una padronanza tecnica e un’espressività oltremodo accentuata, attinta da una complessa tavolozza di colori.
L’estrema difficoltà, la leggiadria richiesta e l’assoluta tensione romantica del celebre Concerto n. 2 in si bemolle maggiore op. 83, per pianoforte e orchestra, sono affidate al pianista israeliano Saleem Abboud Ashkar (classe 1976) e al direttore danese Nikolaj Znaider (classe 1975), sul podio dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino; due giovani interpreti, già apprezzati e acclamati da orchestre e platee internazionali.
Nikolaj Znaider, violinista e direttore, è sovente ospite dell’Orchestra Mariinsky di San Pietroburgo, dell’Orchestra Sinfonica di Londra, della Staatskapelle di Dresda, della Filarmonica di Monaco, per citarne solo alcune.
Nella seconda parte del programma l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino eseguirà la Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90 (composta nel 1883), nota anche agli appassionati di cinema per l’essere stata utilizzata, in più occasioni, come colonna sonora; il terzo movimento è la struggente colonna sonora in Aimez vous Brahms? di Anatole Litvak, tratto dall’omonimo romanzo di Françoise Sagan, con Ingrid Bergman, Yves Montand e Anthony Perkins. Anche gli autori di musica leggera e pop ne utilizzarono spesso i temi; esempi tangibili sono riscontrabili in Baby alone in Babylone di Serge Gainsbourg, Love of My Life, in Supernatural di Carlos Santana, e in A Glorious Lethal Euphoria della band rock The Mermen, ed ancora nel brano di Branford Marsalis, The Beautyful Ones Are Not Yet Born, a dimostrazione della grandissima attualità della musica di Johannes Brahms, un autore classico non solo romantico, ma decisamente trasversale, in grado d’essere apprezzato da spettatori di ogni età e devoti ai generi musicali più diversi.

venerdì 8 marzo 2013

SWTH di Brigel Gjoka vince Short Time 2013

Brigel Gjoka, con la creazione SWTH, è stato selezionato dal parterre di critici nell’edizione 2013 di Short Time.
A Brigel Gjoka verrà affidata una creazione all’interno del cartellone di MaggioDanza nel 2014.
Brigel Gjoka, nato in Albania, dopo il diploma presso la Scuola di Balletto di Tirana, si è perfezionato in due anni di corso presso il Cannes Jeune Ballet in Francia. Collabora con Mattia Gandini nei progetti di Societa Strutture Leggere. Nel 2006 è assunto come solista nel Ballet du Rhin; tre anni dopo e solista allo Staatstheater di Mainz. Nel 2010 entra nel Netherlands Dance Theater, per un anno, prima di diventare membro della Forsythe Company, dove è attualmente impegnato. Il 2008 e stato l’anno del suo debutto coreografico, con Loin demon Aigle per il Ballet du Rhin e Naissance per la Compagnia Leggere Strutture. Nel 2009 Gjoka crea Evo-Rivoluzione per il Cannes Jeune Ballet; nel 2011 Pascal Touzeau lo incarica di comporre la musica per Tears on Scriptease (Staatstheater Mainz). Nel 2012, in collaborazione con Leggere Strutture, e il supporto di Tonino Lamborghini, crea Front to Confront, e Bis-Fragment, per il Robot Festival e Arte Fiera Off. Nel 2013, con il regista Stefano Piciche, e il sostegno del Goethe Institute of Malaysia, ha creato Corpo Vs Macchina un progetto di ricerca sperimentale e di tecnologia e umano.
"La creazione di SwTh corrisponde ad una migrazione di idee’, dichiara Gjoka. "Sin dalle prime battute della coreografia, ho pensato a come potevo presentare, in senso dialettico, l’immediatezza tangibile della realtà e il subconscio, e come questo confronto potesse essere realizzato in un tempo molto breve, uno short time, appunto. Si è trattato di una vera sfida. Volevo porre l’uno di fronte all’altra l’idea e l’immagine dei ricordi del passato mentre si riflettono in un possibile futuro. Ma ho dovuto fare i conti con quanto sia difficile, per la nostra mente, cancellare i diversi strati di conoscenza che si accumulano con il tempo. Volevo cogliere la diversità di questi dati di partenza, fonderli in uno, strutturarli in un insieme coerente, in grado di rendere autentica, sensibile, l’identità della coreografia, della quale l’esecutore e la componente principale. Perché egli confronta se stesso in condizioni molto diverse. All’inizio del mio pezzo, il danzatore è come trattenuto dal peso delle diverse consapevolezze che trascina con  sé. Eppure, nonostante queste incombenze, egli si muove, e il suo movimento sgretola i confini degli spazi che lo accerchiano; anzi, lui stesso ne crea di ulteriori. E mentre cerca di delimitare e contenere lo spazio che trova di fronte a sé, in diverse situazioni, il danzatore costruisce una nuova diversità di spazi e volumi. Cosi estende i limiti che gli sono posti davanti, trova nuove definizioni di sé e del proprio agire, e ancora nuovi blocchi, o divieti. Questa figura, che si muove nelle prime battute del pezzo, e una sorta di contrappunto all’insieme del brano, e il tempo presente viene come sommerso in un continuo flash back di ricordi. Nel costruire la forza di questo personaggio, che interroga la mia e la sua curiosità nel correre indietro nel tempo, sono stato in qualche modo ispirato da Seth che, nella mitologia egizia, e un personaggio di grande importanza: viene definito ‘Il Dio della Tempesta’, ‘Il Protettore del Sole’. In ogni caso non volevo entrare nello specifico delle tematiche relative alla mitologia, non volevo mescolare il mio percorso con l’iconografia e la dimensione narrativa che sono proprie del mito. Seth è solo un nome, un’immagine di fantasia che funge da guida in questa coreografia. Mentre si pone degli interrogativi, Seth cerca una compensazione o un nuovo collocamento, e ulteriori elementi migrano verso lo stesso problema. Cosi, ad esempio, ho deciso di coprire le tavole del palcoscenico, in modo da non creare alcuna differenza tra la collocazione ‘giusta’ e una qualsiasi altra. In questo modo si perde la nozione stessa di posizione, si crea un senso più acuto della gravita; così il danzatore si vede costretto ad aumentare i livelli dinamici per la costruzione di una nuova architettura. Una fresca carica di energia investe il pezzo, lo sgretola, e ciò che noi vediamo, alla fine, e l’inizio dello stesso, in un eterno distruggere per ricostruire”.